Sempre Meglio

Sempre Meglio

ASPASIA - capitoli da Uno a Nove




Here we go - 1

Chi di noi non ha guardato almeno una puntata di Sex & The City? Per alcune, sottoscritta inclusa, è diventato la Bibbia del 2000.
E adesso alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta di diventare la Carrie Bradshaw della situazione, improvvisandosi scrittrice/giornalista ‘de noantri’.
Chiaro, qui non ci sono le precondizioni: a) non vivo a Manhattan; b) non possiedo un c/c illimitato; c) la mia vita è nettamente meno romanzata (proprio in questo momento sento la lavatrice in centrifuga…).
 Quanto sopra avrebbe dovuto essere sufficiente per farmi desistere dall’intraprendere quest’avventura di scrittrice improvvisata, ma poi ci si mettono le amiche, e si sa come vanno a finire queste cose… i “dovresti scrivere un libro”, “ ma capitano tutte a te”, “ a raccontarle non ci si crederebbe”, hanno avuto il loro effetto. Nessuna pretesa però, eh! Metto le mani avanti…
Proprio ora ho letto una notizia assolutamente incredibile, di quelle, per capirci, che riempiono i quotidiani od i telegiornali quando inizia a spuntare il caldo.
Parrebbe che il solito studioso, psicologo, dottore, tuttologo e direi, a questo punto, pure cartomante, abbia scoperto la formula per avere una relazione duratura e felice (come se noi si credesse ancora a queste quisquiglie!). Ecco, piccola postilla, voi eterne sognatrici, principessine di oggi, cenerentole di una volta, ecc. ecc., dovrete sopportare il mio cinismo di tanto in tanto, mi scuso anticipatamente.
La ricetta per l’eterna felicità di coppia è mettersi insieme ad una persona molto, ma molto simile a noi. Quindi scordatevi tutti quelli che fino ad oggi vi hanno ripetuto che gli opposti si attraggono, che avendo affianco un uomo che è il nostro opposto, si sarà complementari. Tutte balle, il Dott. Amerigo Sotuttoio, l’ha detto chiaro e tondo, ragazze dobbiamo trovare un uomo che ci somigli molto, lui l’ha testato addirittura su un campione di 2000 coppie, mica prendendo solo ad esempio i suoi genitori ed i nonni.
Ho letto l’articolo e mi sono messa a pensare, allora vediamo un po’… nella mia personale esperienza, uomini simili… hmm, ma simili come? L’articolo riporta che addirittura l’abitudine di buttare a terra gli indumenti sporchi potrebbe essere causa di separazioni, divorzi e vere e proprie catastrofi di coppia. Perciò ripenso… allora…. hmm, capisco che deve proprio essere molto simile il prossimo uomo… quindi deve: saper fare le lavatrici, stendere non appena finisce, altrimenti si sa, i panni si stropicciano tutti e poi sono cavoli amari a stirarli. Che altro vediamo, lavare i piatti immediatamente dopo cena, saperli mettere ordinatamente in lavastoviglie, che non significa che perché si ha la lavastoviglie allora il piatto dal tavolo salta dentro a questa meraviglia dell’ingegneria elettronica. 
Poi, controllare che le luci siano spente prima di andare a letto, essere un bravissimo amante, perché chiaramente io mi considero eccelsa nell’arte dell’amore, saper guidare in mezzo al traffico anche bendato, con una mano sola ad una velocità altamente superiore ai 50, e ancora, brillante, simpatico, generoso, con almeno una laurea in mano, possibilmente benestante (che dire ricco fa molto richiesta di ragazza bionda con tette grosse), e potrei andare avanti fino a domani. Ma il punto è che già sui primi due requisiti casca l’asino (che per un uomo ci sta proprio bene come paragone). Non ho ricordi di fidanzati bravi a fare lavatrici o lavastoviglie… oddio, cosa significa? Che sono destinata a vivere sempre relazioni non durature e quindi destinate al fallimento??
Decido di non credere alla teoria del Professor Couple Omniscent, almeno non stasera. 



Teoria Universale - 2

Vorrei tornare ora sulla teoria del nostro amico PhD. Similosky Koppieski. Ma è proprio vero che per funzionare come coppia bisogna essere molto simili?
Una delle persone che sto frequentando ora, è un gentleman di mezza età, che ho incontrato per puro caso, durante un viaggio di lavoro. L’incontro è stato chiaramente inaspettato e dai risvolti quasi agghiaccianti, ma non voglio parlare di questo ora. Ciò che volevo dire è, che quello che mi aveva più colpito in questa persona erano proprio le similitudini fra noi. A volte non c’era neanche bisogno di parlare. Ci si capiva al volo. 
Ognuna di noi ha provato una sensazione simile almeno una volta nel turbinio di relazioni che ci hanno coinvolte, ma credetemi, con lui era di più. Caratterialmente siamo molto affini, nel bene e soprattutto nel male. Due egocentrici, egoisti e amorali che, invece di accettare semplicemente il carattere di merda che ognuno dei due si ritrova, lo giustifica con teorie filosofiche degne di Socrate. Roba dell’altro mondo che, forse un giorno, vi racconterò.
Il punto è che, se all’inizio questa somiglianza ci ha fatto avvicinare e attrarre, alla lunga, proprio perché molto simili, forse troppo, ora ci ritroviamo a reagire in modo uguale anche alle incomprensioni. Perciò, se uno dei due mette il muso e non chiama, l’altro, degno compare, non accenna ad alzare la cornetta, così passiamo i giorni a non sentirci, finchè uno dei due si dimentica di ciò che è accaduto e telefona o invia un messaggio. Capite bene da sole che non è vita!
Ho delle colleghe che stanno da decenni con lo stesso uomo perché simile, per poi però andare a cercare al di fuori della coppia la diversità… perché diciamocelo, stare insieme ad uno identico a noi può essere più facile all’inizio, perché si condividono interessi e passioni comuni, ma dopo un po’ può diventare una bella palla.
Il punto è che non credo che in amore si possa trovare l’equazione perfetta e universale.
Ci rimane solo che provare e riprovare e riprovare e riprovare… che oltretutto sembra essere la mia filosofia di vita dell’ultimo periodo.




Come mucche addomesticate - 3

Carissime amiche, sdraiata sul letto di uno dei tanti hotel di una metropoli straniera, dopo aver macinato chilometri e chilometri nella mia macchina a noleggio, aver conosciuto un ragazzo rampante mezzo tailandese, mezzo inglese, alto 1,90, fisicato, posizione più che rispettabile come trader in una compagnia petrolifera ma con un alito agliato pestilenziale che avrebbe steso un cavallo di razza, mi trovo a leggere il vostro primo feedback. Emozione!!!
Proprio da voi arriva il prossimo spunto a questo mio tanto scrivere… Se è vero che noi donne ci lamentiamo spesso e volentieri degli uomini e delle loro mancanze, è altrettanto vero che rincorriamo un ideale obsoleto di “normalità sociale” intesa come matrimonio, figli e vecchiaia a due. La domanda che ci pone la nostra compagna di avventura è: sono meglio loro o siamo peggio noi?
Partiamo col dire che comunque sia siamo meglio noi! Ahahahah..
Proverò a rispondere a questa domanda, sia ben chiaro che è solo il mio punto di vista e quindi giro a ognuna di voi la domanda.
A parte la battuta, non trovo ci sia niente di male in nessuna delle due realtà, il problema è combinarle. Diciamo che le due posizioni spesso sono contrastanti. Mentre l’uomo cerca il piacere fisico e immediato o la relazione senza troppi legacci, la donna mira ad altro, diciamo a qualcosa di duraturo e stabile. Mi è capitato di recente con il gentleman di cui vi parlavo (che d’ora in avanti potremo chiamare, per comodità, Mr Crick), di cadere in questo piccolo inganno. Si conosce una persona, si parte in quarta, lui è evidentemente preso e dubito che lo attraggano solo i miei occhi profondi, le mie mani da pianista, i miei discorsi sulla tangibile povertà irlandese…  Eppure ho finto di crederci per un po’, poco a dire il vero… Ma per quel battito di ciglia ho voluto pensare che, quell’uomo assolutamente imperfetto fisicamente, dall’accento buffo e dalla parola svelta, stesse già pensando a cambiare macchina e a comprarsi una comodissima station wagon per quando avremo avuto la nostra tribù.
E magari, finché il lui di turno ci parla della sua decisione di prendere una casa nuova, con più camere, noi immaginiamo muri di carta da parati con orsetti colorati, cucine grandi quanto uno stadio, con ripiani di quarzo bianchi come la neve, giardini con permessi edili per scavare una piscina con scivolo annesso. Tutti segnali, ci si dice. Sta chiaramente cercando di dirmi qualcosa. E’ serio, si vede.. ecco, sì, lui era forse serissimo in quello che vi diceva, infatti, la macchina l’ha cambiata con una di queste ibride che vanno sia a energia, sia a benzina. Ah, direte voi, che bravo anche attento all’ambiente! No, mie care, altra falsa illusione, attentissimo alla moda! Perché ora fa strafigo girare con ste macchinette che poi alla fine si sa che non vanno mai a energia, ma li trovi sempre lì attaccati alla pistola del distributore, che se ci pensate un attimo, fare benzina è una di quelle attività che l’uomo medio adora… quasi come fosse un segnale di virilità, “vedi amico che potente la mia pistola!? Tu mica l’hai potente come la mia!”.
Per quanto riguarda la casa.. sì, il progetto di cambiarla c’è, ma non pensando alla cameretta di Francesco e Caterina (i figli immaginari cui voi, chiaramente, avete già dato un nome da anni), ma pensando a una stanza da bagno tutta specchi, con Jacuzzi al centro, docce con getti dappertutto che neanche a Versailles ci sono fontane con giochi d’acqua così ricchi… insomma mentre lui programmava la versione moderna dello scannatoio, noi invece “La casa nella prateria”.
Quindi, tornando alla nostra domanda, chi è peggio? Nessuno dei due. Basta mettersi d’accordo. Il famoso “patti chiari, amicizia lunga” si applica benissimo al nostro caso. Se invece di fantasticare entrambi su cose diverse, ci si parlasse sin dall’inizio in modo chiaro e tondo, forse si eviterebbero tanti malintesi.
Chi dice che anche a noi donne non possa andar bene vivere, una volta una tantum, una relazione solo sesso e rock n’ roll? Dove sta scritto che pure l’uomo a un certo punto, non voglia avere la famiglia del Mulino Bianco? Tutto sta a giocare a carte scoperte.
Forse…



Anonymous said...

Ma provare, riprovare e riprovare...direi che è un grosso spreco di tempo ed energia, e sappiamo tutti che "Il tempo è denaro..:)"
A volte in questo mondo dove tutto è frenetico,mondano ma soprattutto solitario, non ci si rende conto della fortuna che si ha, perché il vecchio detto "meglio soli che mal accompagnati, forse è la filosofia più semplice ed essenziale della vita".
A parere mio stare insieme ad una persona molto simile a se stessi..è come una minestrina da ospedale!
Direi che la vita è troppo bella da vivere, perché non metterci del puro sano peperoncino???
Laura




Cara Laura,
innanzitutto grazie per il commento, non sai quanto mi lusinghi… come se ne avessi bisogno ;-).
Mi viene in mente un sms che mi è stato mandato da poco, il testo recitava più o meno così: “ora vi racconto la favola più breve e più bella del mondo. Un giorno una ragazza chiede al suo ragazzo di sposarlo, lui risponde NO. Fu così che quella ragazza visse felice e contenta per il resto della sua vita, senza dover fare lavatrici, stirare, pulire casa. Perché alla fine chi l’ha detto che dobbiamo sposarci, e avere una montagna di bambini? Tutta colpa delle nostre mamme e delle favole che ci raccontavano da piccole. In realtà si sta molto meglio a vivere sole, avere un lavoro che ci piace, coltivare i nostri interessi e portarci a letto, di volta in volta, chi ci va.”
Ecco, io non sarei così perentoria. Secondo me ognuna di noi deve seguire la propria indole. Detto questo, la mia non è certo quella di accudire un uomo per tutta la vita, o meglio, potrei anche farlo parzialmente e senza sacrificare il mio lavoro, ma voglio molto in ritorno!
Il “provare e riprovare…” per auto citarmi, era inteso non tanto come perseverare nel cercare l’uomo perfetto, piuttosto direi, testare a letto o essere aperte a nuove conoscenze. Perché per quanto poco, le altre persone (anche gli uomini… lo so pare incredibile!) ci lasciano sempre qualcosa (e non intendo spazzolini, paia di boxer o calzini bucati e via dicendo). Umanamente ci si arricchisce e se non proprio umanamente, almeno sessualmente…
Per quanto riguarda cosa sia meglio fra lo stare insieme a qualcuno molto simile a noi o, al contrario, molto differente.. sto ancora sperimentando, hmm, come dire… su più fronti.
Ti tengo aggiornata!




No frills - 4

Vi è mai capitato di iniziare una relazione con un uomo,e non capire esattamente se in realtà, si sta vivendo una relazione o se NOI stiamo vivendo la relazione, lui invece pare frequentarci quasi casualmente? Così, come se si trovasse a passare di lì per caso.. 
Succede questo, ci si conosce, ci si piace, ci si scambia i numeri di telefono e di lì è un attimo che si passa ad un temporale di sms, ping, chat, email, ecc. ecc. nel giro di pochissimo (per alcune di noi –rare mi permetto di dire- mesi) si finisce a letto.
Ah, il sesso, coronamento di qualsiasi fantasia d’amore!
Bene, si quaglia per capirci..
A quel punto, si inizia a frequentarsi come una vera e propria coppia, si da per scontato che in assenza di accordi preventivi si stia vivendo una relazione “a due” e non “a molti”, si va a cena fuori, ci si telefona, e via dicendo. L’inizio è tutto un sospiro, un idillio, voglia di vedersi, passione allo stato puro.
Poi dopo un po’ (di solito per le donne è dopo un lungo po’, per gli uomini invece è un po’ di po’), lui si fa più evasivo, le email un ricordo, gli sms si diradano fino a sparire, rimangono solo i ping e la chat, sospetto perché gratuiti. Perciò ci si domanda, stiamo realmente vivendo una relazione o quello che ha scaldato il mio letto fino ad una settimana fa era Houdinì, il grande mago delle sparizioni?
Si inizia quindi un percorso a ritroso nella memoria, del tipo: “ma il 13 febbraio mi ha detto che ero la sua vita. Il 24 marzo poi, non ne parliamo, lo ricordo benissimo, ha detto che non si era mai innamorato così tanto. Per non parlare del 4 aprile, quella volta che finchè facevamo l’amore mi ha detto TI AMO!”.
Ci auto rimbambiamo sperando di convincerci che tutto era/è reale. Perché in fondo, lui si fa ancora sentire quelle 2 volte al giorno.
Solo dopo un po’ ci si rende conto della verità, che quello che lui vuole da NOI non è una relazione di coppia, ma un rapporto da amanti no frills, quindi o ci si mette in pace con sé stesse accettandolo così com’è, o ci si trova un altro mago, magari Forrest, che almeno ci fa ridere!



La fase del test e dell'assaggio - 5 

Come avrete capito è un momento di sperimentazione ed entusiasmo. Viaggiando per lavoro ed uscendo con le amiche quando sono alla base, conosco qualche uomo… diversi uomini. Con alcuni di questi ho iniziato a flirtare, con altri ci siamo spinti oltre, con uno in particolare ho iniziato una relazione assolutamente auto-lesionistica. Insomma, è un periodo movimentato. Raccontando i particolari alle mie amiche, di solito sortisco due tipi diversi di reazioni, c’è chi inizia a venerarmi e mi chiede consigli, e chi invece, rimane esterrefatta, con bocca aperta e occhi sbarrati, e mi chiede se sono impazzita (o sto prendendo qualche tipo di acido).
Entrambe le reazioni sono comprensibili, c’è chi di noi ha più radicati certi valori morali e chi, per così dire, li ha persi un po’ per strada o non si ricorda in quale cassetto li ha lasciati.
Ecco, dentro l’armadio ho guardato bene, fra un top di Zara ed un pezzo vintage di Missoni, ma proprio non li trovo, e sì che mi ricordo che una volta li avevo visti, addirittura li indossavo ogni giorno. Poi devono essersi nascosti e da allora non li trovo più, tanto che ho smesso di cercarli. Insomma, li rimpiazzerò con un paio di sandali nuovi di Antik Batik. Che sarà mai!
Fatto stà che questo nuovo atteggiamento fa spesso dire: “sei diventata come un uomo! Ti comporti come loro!”. Effettivamente…
Forse sì, e vi assicuro che è molto, ma molto divertente, se non si hanno aspettative. 
La cosa sorprendente è che meno siete coinvolte con un uomo e più lui vi cerca. La solita legge di Murphy, le attenzioni che vorreste dall’unico uomo di cui siete assolutamente invaghite, ve le da quello di cui non vi interessa assolutamente nulla (ma con cui magari andate a letto). Perché alla fine rimaniamo sempre donne, i sentimenti non li abbiamo dimenticati, sono solo riposti nelle mani di quello sbagliato, ma perché aspettare un passo in più, crogiolandosi nell’incertezza e nella solitudine, quando ci si può svagare con qualche altro più dolce, più presente, più bello?! Non erano loro che ripetevano come un mantra che ogni lasciata è persa!
 



Moralità?? Come prego?! - 6

Bando agli scherzi, mi pare importante in questa sede sottolineare che seppur questa rubrica ogni tanto avrà dei toni che possono sembrare femministi, altre volte noterete una mentalità un po’ all’antica. Penso che siano un po’ i tratti distintivi delle donne di oggi, della nostra generazione. Una dualità fra i valori che facevano parte della realtà delle nostre nonne e quello che sempre più spesso respiriamo magari direttamente a casa nostra fra madri separate, divorziate, risposate, famiglie allargate e via dicendo, e amicizie femminili sempre più improntate alla libertà sessuale e sentimentale.La sottoscritta si trova a vivere in costante contraddizione fra questi due aspetti: set di valori antichi e amoralità totale. Perché? Beh, vedete, fra le altre, come già  sapete, sono alle prese con la mia prima relazione avec homme marié. Come me la cavo? Semplicemente cerco di non ascoltare la vocina angelica e faccio egoisticamente ciò che mi sento. Insomma, l’altro buon consiglio delle nonne non era proprio “fai quello che ti senti e non sbaglierai mai!”. Ecco, magari è il caso di dire: quasi mai. Forse, ora che ci penso, mia nonna non credo intendesse “Vai cara, tromba chi vuoi senza farti problemi, che tanto se non se li fanno loro che sono accasati, perché dovresti farteli tu, single e giovane!”. No, ecco, mia nonna non è mai stata così esplicita, ma non posso escludere totalmente che in realtà non intendesse questo.
Il punto è: cosa può essere considerato morale e cosa no? Chi stabilisce cosa lo sia?
Ognuno di noi ha un senso della morale, già questo la dice lunga sul concetto stesso. Insomma è  alquanto soggettivo e quindi il confine fra morale ed amorale è mobile.
Qualcuna di voi, le più bacchettone, se me lo consentite, potrebbe obiettare dicendo, ma come? E’ nella Bibbia, non desiderare la donna d’altri. Ok, è vero, è nella Bibbia, ma tanto per essere precisi io non ho desiderato ma ho consumato, e comunque, se io fossi atea?
L’altro aspetto da considerare è  quanto sono radicati in noi questi valori religiosi e quindi, quanto fa leva su di noi il conseguente senso di colpa. Io, in questo, sono una bestia, ho scoperto di non provare senso di colpa. Insomma, perché dovrei? Non credo che nessuno rubi nulla a nessuno, piuttosto se l’altra parte, nonostante sia impegnata, si guarda intorno significa che qualcosa già non va nel precedente rapporto.
Credetemi, sono stata anche dall’altra parte e non ho dato la colpa all’altra donna. Perché prendersela sempre fra di noi? L’errore l’ha fatto lui. E’ lui che era/è impegnato e non doveva/deve.. 
Insomma, sono solo ‘diversamente’  morale, e come tutto quello che è ‘diversamente’ in questo mondo di politically correctness, è vietato giudicare e discriminare! … chi lo fa è razzista… :)







 Il Sig. Rossi e la sig.ra Bianchi - 7

Seduta in aereo, come mi capita sempre più spesso ultimamente, volo verso Londra. La destinazione non mi è nuova, anzi.. recentemente, diciamo negli scorsi tre mesi, mi è anche diventata piuttosto cara.
Il motivo mi pare ovvio, ho incontrato un uomo. Lavora nella City, mezza età, non bello ma affascinante, intelligente, simpatico. Insomma il sogno di ognuna di noi. Piccolo neo, giusto una cosina da niente: sposato con figlia a carico. … Cosa sono quelle bocche aperte? Avanti non fate le moraliste.. Chi di voi non è mai stata la seconda donna??! Non importa a quale grado di difficoltà: uomo con ragazza (I livello), uomo fidanzato (II livello), uomo sposato (III livello), uomo vedovo (IV livello –la moglie morta conta più di quella viva, si aggira come un fantasma), uomo sposato con figli (V livello), uomo sposato con figli e moglie incinta (VI ed ultimo livello.. sono aperta a continuare se qualcuna di voi volesse suggerirmi uno scenario peggiore…).
Bene io ora sono al V livello, non male… ma posso fare meglio.
Il quesito di oggi è: vale la pena fare la seconda donna? Riformulando il quesito e raffinandolo, quali sono le condizioni di base che ci permettono di accettare di essere la seconda e non la prima donna?
Hmmm, vediamo un po’… la prima cosa che mi viene in mente è che l’uomo in questione, per cui ci si da tutto questo da fare, deve davvero valerne la pena. Deve essere una persona particolare, e quindi non banale.  L’attrazione mentale deve essere molto forte. Il fascino in questa particolare circostanza, gioca un ruolo primario, più ancora che l’attrazione fisica e sessuale, perché se ci pensate bene, trovare una persona con cui siete compatibili sessualmente è sì impresa ardua, ma si trovano molti volontari e quindi la ricerca di solito porta ad un risultato soddisfacente nel breve termine.
Ben più complicato invece, è trovare una persona che ci stimola mentalmente. Quindi direi, attrazione mentale contro attrazione fisica: 1-0.
Secondo, l’uomo in questione deve darci una buona quantità di attenzioni, perché se ci si deve sbattere tanto, andare contro gli insegnamenti delle Clarisse, per poi avere niente, o poco, in ritorno, il gioco non vale la candela.
Terzo, deve essere bravo anche a letto… e va bene l’attrazione mentale, i discorsi sul barocco siciliano, il rinascimento fiorentino e le fluttuazioni del mercato petrolifero scozzese, ma viva Dio, se non trombi bene amico, che facciamo? Giochiamo a carte tutto il tempo? O peggio ancora, mi costringi a sedute di ore ed ore di sesso insoddisfacente e a bugie assolutamente incredibili che quasi mi fai crescere il naso alla Cyranò?!
Insomma, non è che poi posso trovarmi l’amante dell’amante, altrimenti è la fine! Troppi nomi da gestire! ..seppur si potrebbe trovare un sostituto in panchina che abbia lo stesso nome dell’amante, così non si rischiano errori fatali… va beh, ma questo è un altro discorso.
Alcune di noi, sono certa, porrebbero come altro requisito, forse addirittura primario, quello di avere la speranza di vivere un futuro assieme a questo esemplare di Homus Coniugatus.
Ma ragazze!!! Non siate sciocche! Vale la regola che ci hanno tramandato madri, nonne, zie, ecc., ecc., con gli uomini sposati non c’è futuro. Possono essere un momento di svago senza troppi lacci né catene, magari la possibilità, per alcune di noi, di accedere momentaneamente a lussi e comodità (regali preziosi, week end benessere dove il receptionist al check out chiede “le metto la fattura in una busta signor Rossi?”, “no grazie, può tenerla”, “ah, non si preoccupi ci penseremo noi a distruggerla!”… sì, perché no, dalle fuoco, spediscila su marte con una di quelle sonde spaziali!!!).
Il punto è che non ci si deve coinvolgere troppo, cosa facile da dirsi ma non da farsi, e soprattutto non bisogna avere troppe aspettative. Perché in fin dei conti, il sig. Rossi a fine serata torna dalla mogliettina devota tutta casa, poca chiesa, SUV e tanti abitini grandi firme, dai bambini chiassosi nella sua casetta multipiano nel sobborgo extra chic cittadino. Voi invece vi ritrovate con il vostro Hagen-Dazs in mano davanti alla solita serie di Sex & The City, che chissà perché Sky continua a replicare… (forse hanno comprato solo quella?!)… E allora che faccio? Lo mollo stasera??? Va beh, intanto ci si vede… poi decido…





Piattume maschile.. non ho detto “pattume”!  - 8

Dopo un po’ che si vive nella stessa città, si frequentano sempre le stesse persone, si abita sempre nello stesso posto, sembra quasi di conoscere tutti. L’impressione che si ha, se si è single, soprattutto in una piccola città borghese italiana, è quella di non avere scampo: il destino crudele ci condanna a rimanere zitelle!
Così si passa il tempo fra aperitivi, cene con le amiche, cineforum (fra un film svedese ed uno francese.. che non si sa cosa sia peggio!) e qualche pasto monoporzione davanti alla TV. Badate bene, non sto dicendo che l’obiettivo per ciascuna di noi sia quello di impalmare il primo scapolo che ci capita sotto mano, dico che la maggior parte di noi è stata educata a diventare una brava donnina di casa, o se non quello, a vivere in coppia. Questo è l’esempio che ci è stato dato ed è quello che molte di noi sognano… il famoso principe azzurro.
Crescendo ci si rende conto che l’uomo perfetto non esiste e che il principe è stato sostituito da un Ken che in realtà spesso e volentieri si diverte con molte Barbie o con Big Jim! Purtroppo quello che spesso capita è che ci si rassegna per un po’, ma dopo poco, al primo incontro meno banale, ci si ricade. Si vuole per forza credere nella fiaba. Sarà lui o non sarà lui, e così riparte la danza per un periodo, più o meno breve, ci sembra di aver trovato l’Eden e quando meno ce lo si aspetta “BANG!” padellata in faccia in piena regola.
Bene ragazze, io sono qui per darvi speranza. Mi capita di viaggiare per lavoro e proprio ieri sera sono andata a mangiare a Dublino, per puro caso, con un quarantenne della mia stessa città che, sorpresa delle sorprese, non avevo mai incrociato. Non solo quest’esemplare si è dimostrato interessante ma anche profondo! Potete immaginare il mio stupore!
Certo, ora, non ci si può soffermare troppo sui dettagli: sposato con figli…
Ma il punto è, non è che dovete per forza andarci a letto assieme! Chiaro, se vi piace e non vi fate troppi problemi morali potete anche fare quello. Il fatto è che qualche uomo decente c’è!
Insomma, mi pare già una grande scoperta, a voi no?…




I rischi di una relazione con Mr Jones - 9

Buonasera carissime. Finalmente a casa, dopo tanto viaggiare, momento di pausa, ed eccomi a meditare sulla mia situazione sentimentale “particolare”.
Questa relazione a tre sta andando avanti ormai da un po’, ed io vorrei capire, soffermarmi sui caratteri ed i rischi di tale liason. Immagino che io non sia né la prima né l’ultima a vivere in questa realtà sovraffollata.
D’accordo che tre è il numero perfetto, ma vi posso assicurare che la regola non vale per le relazioni amorose. In questi mesi ho avuto a che fare con tutti i clichè del caso: sparizioni del week end, chiamate con sottofondo di sciacquoni, messaggini in codice morse, incontri/scontri in diverse capitali mondiali, batticuori improvvisi e incazzature durature.. insomma tutto il pacchetto completo.
Dovendo nominare un carattere distintivo di questo tipo di relazioni direi l’Assenza. Sì, perché, inevitabilmente, il maschio del caso è sempre assente quando si avrebbe bisogno di lui o piuttosto, si avrebbe semplicemente voglia di fare due chiacchiere. Attenzione, la mia non è una lamentela, è una costatazione… seppur effettivamente poco amichevole…
Questo genere di “rapporti complessi” portano poi con sé anche dei rischi intrinsechi.
L’errore più grande che si possa fare, infatti, è quello di credere nelle promesse che l’altra parte ci fa, come da copione di una qualsiasi commedia all’italiana. 
Più in generale, secondo me, vale la regola di NON credere a NIENTE di quello che ci dice, perché in fondo un “sei la donna della mia vita” è da tradurre in: “in questo preciso istante sei la donna nella mia vita, ma fra 5 minuti lo sarà mia moglie”.
Il “devi essere paziente” è da intendersi come “sii paziente con me, so che sono un egoista, fedifrago, e lo sappiamo entrambi che te stò a riempì de fregnacce, quindi stai tranquilla e non mi stare addosso”.
Per non parlare dell’interpretazione che bisogna operare al “ti amo”, detto magari sotto le lenzuola.
Per capirne profondamente il significato, care amiche, bisogna pensare a vostra madre quando giocava con voi piccine a bu-bu-settete: “ora ti amo, ora non ti amo più, ora ti amo, ora non ti amo più..”. Ma soprattutto, vorrà dire sempre, nei secoli dei secoli: amo me più di qualsiasi altra persona al mondo! 

Le malelingue - 10


Sempre qua e là, fra una notizia di cronaca ed una di politica rosa (vedi alla voce “Berlusconi
ed il suo harem”), mi è caduto l’occhio su uno studio dell’università Northwestern di Boston.
Bene care amiche, la ricerca non ha fatto altro che confermare una mia teoria di vecchia data,
cioè che il pettegolezzo fa bene! Da oggi in poi quindi, all’accusa: “sei sempre lì che fai gossip!
Come sei poco riservata!”. Potrete liberamente rispondere che, in realtà, ve l’ha consigliato il
medico come terapia, e quindi non state facendo altro che curarvi.
Che bello! Via libera a chiacchiere malevole di qualsiasi genere e su qualsiasi persona.
Lo studio sostiene che fare pettegolezzo aiuta a sviluppare la memoria, soprattutto i dettagli
inerenti alla/e persona/e vittima del gossip. Inoltre ci rende più attente ai soggetti che
potrebbero essere pericolosi. Insomma è un toccasana ed io ora sono molto contenta di
sapere che non mi verrà mai l’Alzheimer.
Un consiglio però mi sento di darvelo, è buona regola valutare bene le fonti da cui proviene il
pettegolezzo, altrimenti si rischiano figure non piacevoli e cantonate micidiali.
Personalmente amo spettegolare, ma allo stesso tempo, noto che seguo sempre meno quello
che mi viene spifferato.
Recentemente mi è capitato di andare a letto con un uomo bellissimissssssimooo! Direi nei
miei top 3. Un’amica che, anni fa, prima di me, aveva avuto una breve avventura con lo stesso
pezzo di manzo, capite le mie mire, mi aveva assicurato che seppur ne valesse la pena di
vederlo nudo (e “perdindirindina” se aveva ragione!), a letto mi sarei dovuta preparare a
contare tutti i buchi non stuccati del soffitto.
Tanto che, per qualche mese, ho cercato di sviare le mie mire. Poi, una sera ci siamo ritrovati
a cena assieme ad altre persone. Era una di quelle serate molto calde di primavera, la
compagnia, il vino, il mare, insomma, quasi per caso ci siamo trovati a letto (direi molto
poco per caso… gli ho inviato un sms con il mio numero di stanza!). Potete immaginare le
mie aspettative, ero pronta a rifarmi lo smalto. Invece, si è dimostrato più e più volte un
ottimo amante e, credetemi, io non ho uno standard basso! Parlando con lui però mi aveva
confermato che con la mia amica qualcosa era andato storto, anche se storto non sarebbe la
parola giusta.. direi più moscio.
Per dire che a volte i gossip non sono poi così fondati. Alcune cose meglio testarle
empiricamente.
 Aspasia


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